Ed eccomi a Roma, anche se sono arrivato a scriverne in ritardo, ma questa volta non a causa dei treni, ma per mea culpa. O meglio mia decisione. In realtà a volte credo sia giusto lasciare un po’ sedimentare le sensazioni per tirare conclusioni meno affrettate. Anche se questo non coincide con i frenetici tempi del mondo web. Pazienza. Ogni tanto si devono cambiare le regole del gioco.
In primis per la prima volta nella mia carriera di giornalista sono stato accreditato come blogger. Già questo mi ha offerto diversi spunti di riflessione su cui varrebbe la pena di scrivere un post. Poi mi sembra giusto tirare un bilancio di AltaRoma AltaModa, evento arrivato alla XXI edizione sotto la direzione di Silvia Venturini Fendi. Questa fashion week ha trovato - a mio avviso - una sua identità puntando sui giovani talenti, l’arte e l’artigianato. Un mix giocato su sottili equilibri che permettono a ogni stagione di scoprire luoghi ricchi di tradizione e designer promettenti.
Il viaggio è partito con le sfilate di San Andres Milano, Suzanne Susceptible e MARCOBOLOGNA brand dietro cui sono Marco Giugliano e Nicolò Bologna, vincitori di Who is on Next? 2012. Li ho incontrati prima della sfilata (GUARDA IL VIDEO) e mi sono fatto raccontare la loro collezione ricca di spunti volutamente eccentrici, che spaziano dai riferimenti al surrealismo di Elsa Schiaparelli alle correnti underground anni Ottanta. Il risultato: look per bad girls che amano decisamente essere osservate. Abiti con stampe in colori forti e completati da bijoux vistosi e ironici. Scelte coraggiose, come gli spericolati abbinamenti e melting pot culturali di Stella Jean, acclamata guest designer che sfila sempre qui ad AltaRoma. Una ricerca che ora si estende anche alla moda maschile: una capsule difficile da portare, ma ricca di spunti.
Vero fiore all’occhiello della settimana romana è poi A.I.Gallery, percorso curato da Clara Tosi Pamphili e Alessio de'Navasques, che mette in scena talentuosi designer e artigiani nella moda nelle gallerie d’arte. A questo giro mi hanno colpito il lavoro di Conny Groenewegen esposta alla galleria Il Ponte Contemporanea: la designer olandese è stata scelta per la sua grande ricerca sulla maglieria e le sue sperimentazioni sui materiali, tra tecniche artigianali e arcaiche e innovazioni digitali. Poi alla galleria Emmeotto l’ossessione per i triangoli e le geometrie delle borse create da Simone Rainer, che gioca sulla costruzione degli angoli e del triangolo e sulle sue valenze alchemiche. Un progetto interessante che siamo curiosi di vedere come possa evolvere. Simone è un giovane talentuoso che potrebbe rinnovare i codici di uno degli accessori più importanti e amati dalle donne: la borsa. Non mi stupirebbe vederlo tra qualche tempo al servizio di qualche maison. Poi i cappelli di Altalen, vere metamorfosi tessili, che mostrano tutta la cultura e il saper fare di una tradizione. Cappelli e accessori senza tempo, archetipi elaborati e deformati per renderci personaggi irrealmente fantastici.
Last but nost least un debutto assoluto: gli abiti di Haans Nicholas Mott, designer americano per la prima volta presentato in Italia. Alla galleria Monitor un abito apparentemente assemblato dal caso, curato nei minimi particolari dal genio dell'artista/artigiano. Pensato prima di tutto secondo la propria filosofia di vita di viaggiatore del proprio tempo. Pezzi per adepti, per chi condivide la filosofia di uno stile dandy alternativamente chic. E sempre per tornare al tema borse promettono davvero bene il fashion duo Badura con le loro creazioni pensate e costruite come gioielli. Serie limitate in materiali rari e pregiatissimi, oggetti preziosi nel senso letterale del termine.
A.I. Gallery mette inoltre in dialogo il mondo arte con quello della moda. Quest’anno nell’incredibile Spazio Innocenzo X (in via dell'Anima,31) con veduta mozzafiato su piazza Navona le proiezioni di Sissi che il racconto del rapporto dell'artista con l'abito. Due lavori “consultabili” come archivi: la prima proiezione "Archivio Addosso", work in progress , allestita nel salone che affaccia sulla piazza presenta la schedatura degli abiti mentre la seconda "Archivio Onme",work in progress, mostra gli stessi abiti archiviati indossati dall'artista.
Tra le sorprese di quest’edizione il progetto Be Blue Be Balestra, un omaggio a Renato Balestra, un evento che mette in dialogo la couture del maestro con la creatività emergente. “Sono molto lusingato che dei giovani stilisti mi dedichino delle loro creazioni ispirandosi al mio colore preferito, il blue Balestra. Un colore che ho sempre amato e che nella mia vita rappresenta gioia ed emozione! Per me il cielo è sempre più blu e così auguro e spero che lo sia per questi giovani stilisti” così ha commentato Renato Balestra. Undici designer hanno mostrato i loro abiti tributo al blue negli spazi dell’Atelier Balestra: in mostra gli abiti di Alessandro D’Amico, Angelos Bratis, Benedetta Bruzziches, Carta e Costura, Caterina Gatta, Charline De Luca, Covherlab by Marco Grisolia, Giulia Gobbi, Greta Boldini, San Andres Milano e Sara Lanzi.
Un evento questo che, insieme a LIMITED/UNLIMITED, la mostra pensata e fortemente voluta da Silvia Venturini Fendi, confermamo come sia possibile il dialogo tra mondi diversi e in apparenza lontani. Soprattutto come Roma possa diventare una nuova destinazione in cui ri-scoprire le tradizioni riviste tramite la lente dell'arte e della nuova ondata di creatività.
GUARDA LA VIDEO INTERVISTA CON MARCOBOLOGNA
